Château Pontet-Canet
Le uve piantate a Ch. Pontet-Canet sono 62% Cabernet Sauvignon, 32% Merlot, 4% Cabernet Franc e 2% Petit Verdot, che rappresentano un classico blend bordolese della Rive Gauche. Il terreno è costituito da ghiaia di Günzburg su un substrato roccioso calcareo.
Nei vigneti si effettua una minima vendemmia verde: la filosofia della tenuta è quella di gestire le rese durante la potatura e la lavorazione del terreno, nella convinzione che le viti stesse possano gestire al meglio la propria resa.
La viticoltura è interamente certificata biodinamica, una pratica ancora insolita a Bordeaux, sebbene altre tenute come Ch. Mouton Rothschild abbiano iniziato a convertirsi alle pratiche biodinamiche. Tutti i trattamenti biodinamici sono effettuati internamente e i vigneti vengono arati a cavallo per proteggere i terreni dalla compattazione.
La cantina è stata ristrutturata nel 2005. Tutte le uve vengono raccolte a mano e poi selezionate e diraspate tramite un tavolo di cernita appositamente progettato.
La fermentazione avviene in una combinazione di legno, cemento e, dal 2017, in anfore. Queste ultime sono realizzate in parte con il terreno della tenuta, con l'idea di integrare gli elementi del terroir nel processo di fermentazione.
Dopo la fermentazione, il vino viene invecchiato prevalentemente in barrique di rovere, in genere nuove per circa il 50% (con il resto di secondo riempimento). Dal 2012, circa il 30-40% del vino è stato invecchiato in anfore di cemento.
Pontet-Canet produceva un secondo vino chiamato Les Hauts de Pontet-Canet, ottenuto con le uve provenienti da vigne più giovani. Prodotto per la prima volta nel 1982, offriva un'alternativa più leggera e precoce al Grand Vin. Oggi, tuttavia, la produzione del secondo vino è stata interrotta e tutte le uve coltivate nella tenuta sono dedicate al Grand Vin.








