Con il più alto numero di regioni DOC e DOCG di qualità del Paese, il Piemonte era considerato una delle regioni vinicole più nobili quando i Romani erano ancora un Impero. Duemila anni dopo, i migliori Nebbioli invecchiati da Barolo e Barbaresco continuano a far piangere gli amanti del vino. Estremamente tannici in gioventù con un'acidità massiccia, l'invecchiamento in bottiglia regala rossi eterei con un profumo inebriante e innumerevoli strati di complessità.
Il Piemonte, che significa "piede delle montagne", è all'altezza del suo nome: circondato su tre lati dalle montagne e con le stazioni sciistiche delle Alpi che svettano sui vigneti collinari, è freddo d'inverno, ma le estati sono calde e secche, con autunni freschi in cui i vigneti sono spesso avvolti dalla nebbia.
Barolo e Barbaresco si trovano ai lati della città di Alba: Barbaresco direttamente a nord-est e Barolo a sud-ovest. Sebbene ci siano più somiglianze che differenze, comprendere Barolo e Barbaresco è un lavoro che dura una vita. Il Nebbiolo è molto sensibile e offre la stessa specificità del Pinot Nero nella Côte d'Or. Il Ministero dell'Agricoltura del Paese ha riconosciuto 170 aree vitivinicole a Barolo all'ultimo censimento. Aggiungendo centinaia di viticoltori al mix, si ottiene una gamma complessa e sconcertante di stili e qualità.
I vini sono tipicamente di colore rubino chiaro con tannini avvolgenti, elevata acidità e un profilo aromatico di ciliegia rossa, mora di gelso, canfora e petalo di rosa. Il carattere quasi trasparente dell'uva – simile a quello del Pinot Nero – produce molti stili, sapori e aromi sfumati, dal più delicato e floreale al più strutturato e minerale, con tutte le sfumature intermedie. È questa varietà complessa in una regione così piccola che rende l'uva e i diversi comuni del Piemonte così interessanti.
Il clima del Barbaresco è maggiormente influenzato dalla vicinanza del fiume Tanaro, rendendolo più caldo rispetto al Barolo, nonostante i vigneti si trovino all'incirca alla stessa altitudine, tra i 200 e i 450 metri sul livello del mare. Il clima più caldo determina una stagione di maturazione più breve per il Barbaresco e quindi una maggiore coerenza tra le annate. Il microclima leggermente più fresco del Barolo determina una stagione di maturazione più lunga ed è quindi più sensibile alle variazioni dell'annata. In genere, il Barbaresco è descritto come uno stile di Nebbiolo più "femminile", più elegante e aromatico, e storicamente più accessibile in gioventù.
Oltre a Barolo e Barbaresco, ci sono una manciata di altre enclavi di alta qualità per il Nebbiolo in tutto il Piemonte, tra cui Valmaggiore (24 km a nord di Barolo) e i siti più freschi di Gattinara e Ghemme, noti come Alto Piemonte. I vini dei migliori produttori di queste località meno alla moda possono offrire un valore incredibile: nessun altro luogo, tuttavia, può produrre Nebbiolo con il livello di complessità e capacità di invecchiamento di Barolo e Barbaresco.
Sebbene il Nebbiolo sia in testa al gruppo, il Piemonte non è coltivato con un solo vitigno. La Barbera (in particolare nelle due DOCG Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato Superiore) è in realtà la varietà più coltivata nella regione e offre un frutto gioioso e succoso, tannini bassi e un'acidità croccante. Altre importanti varietà bianche della regione sono l'Arneis coltivato nel Roero e il Moscato (la varietà floreale a maturazione precoce coltivata in tutte le Langhe), tipicamente utilizzato per produrre vini leggermente frizzanti dell'Asti e del Mocasto d'Asti.
Qui si trova anche il fresco Gavi, un vino bianco prodotto con l'altrimenti poco celebrato uva Cortese, insieme all'uva Arneis (coltivata nel Roero) e al Mocato, tipicamente utilizzato per produrre il dolce, frizzante e poco alcolico Moscato d'Asti.
