Dopo un inverno mite, senza gelate né grandine, da marzo a giugno è arrivata la pioggia. Peronospora e colatura sono comparse presto e non sono mai scomparse del tutto. Alcuni viticoltori hanno raddoppiato i trattamenti, poiché le tempeste hanno ripetutamente spazzato via la protezione. Alla fine della stagione, le precipitazioni si sono attestate intorno ai 1.200 millimetri, quasi il quaranta percento in più del normale. Il prezzo da pagare per le rese è stato pesante. Molti domaine hanno perso tra un quarto e il quaranta percento dei loro bianchi e, in alcuni casi, fino al settanta percento dei loro rossi. Da luglio in poi è tornato il sole, portando un ritmo più costante e uve sane per ciò che è rimasto. La maggior parte è stata vendemmiata tra la seconda e la terza settimana di settembre, con un'attenta selezione sia in vigna che in cantina. Ciò che è emerso è un'espressione più fresca, più fine e più tradizionale della Borgogna. I vini hanno un'alcolizzazione moderata, un'acidità chiara e un senso di sobrietà che piacerà a coloro che amano la linea classica e l'equilibrio della regione. Charles van Canneyt lo ha espresso al meglio: "Non è perché abbiamo avuto maltempo che abbiamo prodotto un vino cattivo". Le nostre prime degustazioni sottolineano questo punto. Da Paul Pernot i bianchi mostrano una freschezza vibrante e una profonda acidità, con il Puligny-Montrachet Les Folatières che si distingue per la sua tensione e grazia. Da Alvina Pernot, i 2024 portano la freschezza del 2017 e l'accessibilità del 2021, ma con maggiore profondità e compostezza. Louis Jadot, alle prese con pesanti perdite e una stagione impegnativa, ha parlato di "lottare per mantenere la Borgogna accessibile", producendo tuttavia vini precisi e armoniosi, tra cui St Aubin En Remilly, uno dei nostri appezzamenti preferiti e un'esclusiva FINE+RARE che siamo orgogliosi di aggiudicarci ogni anno, imbottigliato solo in magnum. Da Hudelot-Noëllat e Fourrier, i volumi sono incredibilmente piccoli, ma i vini sono limpidi, fragranti e inconfondibilmente tipici del luogo. La domanda sul mercato continua a evolversi. Negli Stati Uniti, il panorama delle aste rimane forte, con i collezionisti alla ricerca di vini d'annata in un contesto post-tariffario. Il Regno Unito continua a essere leader in termini di diversità e valore, supportato da una delle reti di importazione e agenzie più sofisticate al mondo. L'Europa centrale, in particolare Italia e Svizzera, è in costante espansione, con i collezionisti che guardano oltre i classici, pur continuando a preferire il Borgogna bianco, il Bordeaux rosso e lo Champagne. Hong Kong rimane il mercato in più rapida crescita per i vini bianchi, con un entusiasmo costante per lo Chardonnay pregiato e lo Champagne maturo.
 
Come il Borgogna En Primeur nascerà in questo contesto è incerto e certamente diverso dal Bordeaux En Primeur. Il crescente predominio del Borgogna bianco e la combinazione di rarità, qualità, desiderabilità e, in alcuni casi, valore ancora reale, segnano un'emergere che sembra al di sopra delle denominazioni e delle tendenze. Il Borgogna continua a evolversi secondo i propri ritmi, plasmato più dalle decisioni dei singoli viticoltori che dal ritmo collettivo. Quanto lontano arriverà questo ritmo dipenderà dalla rilevanza in un mercato in cui persino Michelin mette in discussione il suo marchio di punta, Robert Parker, e dove voci indipendenti come Jamie Goode, spinte da una curiosità sconfinata e libere da vincoli editoriali, continuano a mettere alla prova ogni ipotesi. Con Borgogna 2024, la scarsità definirà la campagna, ma lo sarà anche l'autenticità. I ​​vini sono plasmati dalle avversità, ma portano grazia e purezza. Quest'anno ci ricorda perché la Borgogna rimane la più umana tra le regioni vinicole pregiate. La prossima settimana condivideremo i nostri primi profili di produttori e le prime note di degustazione da tutta la Borgogna. Per ora, brindiamo ai viticoltori che hanno resistito all'anno e a un'annata fatta non di abbondanza, ma di spirito. 
Scritto da Patrick O'Connor (CEO), Craig Norton (Amministratore Delegato) e Antoine Ninot (Senior Buyer) di FINE+RARE, a seguito di una recente visita in Borgogna. Scopri tutti i Borgogna 2024 finora pubblicati.

La scorsa settimana siamo stati in Borgogna per un’analisi pre-campagna, incontrando alcune delle voci più rappresentative della regione. Conversazioni sincere, atmosfera riflessiva: ogni viticoltore ha raccontato un’annata che ha messo alla prova pazienza e resilienza.

Our early look at Burgundy’s 2024 vintage reveals a year of challenges and quiet beauty — shaped by resilience, balance and authenticity.

A first look at the Burgundy 2024 vintage

Borgogna 2024: prime impressioni

Situata nel cuore della Côte d’Or, la collina di Corton domina il paesaggio, ma i suoi vini, soprattutto i bianchi, sono spesso sottovalutati. Abbiamo incontrato i principali produttori della zona per esplorarne il pedigree e il potenziale, tra vini potenti e di grande longevità.

Discover the pedigree and potential of the hill of Corton’s whites – the fine Chardonnay from Corton-Charlemagne, Charlemagne and Corton Blanc 

Exploring Corton-Charlemagne, Charlemagne and Corton Blanc 

Corton-Charlemagne: il Grand Cru del futuro?

"È stato un anno davvero terribile," dice Mark Gaskain. È settembre 2024 e siamo alla fine di quella che è stata una stagione di crescita difficile in gran parte dell’Europa – con piogge apparentemente senza fine. Fortunatamente, Gaskain sa che tali sfide fanno semplicemente parte del lavoro. È un agricoltore, nato e cresciuto, ora alla guida dell’azienda di famiglia e responsabile della produzione di 70 milioni di mele all’anno. Ma nell’ultimo decennio ha aggiunto un nuovo ramo all’attività – dopo aver venduto un’ampia porzione di terreno nientemeno che a Champagne Taittinger nel 2015. Quel terreno è ora la sede di Domaine Evremond – uno dei progetti di vino inglese più entusiasmanti fino ad oggi. 
 La storia è iniziata quasi un decennio fa. Patrick McGrath – fondatore e CEO di Hatch Mansfield, che rappresenta Champagne Taittinger nel Regno Unito – stava cercando di aggiungere un vino spumante inglese al portafoglio dell’azienda. Erano i primi anni 2010 e lui aveva intravisto un’opportunità in questa categoria nascente – ma Pierre-Emmanuel Taittinger suggerì che, invece di acquisire una tenuta esistente, McGrath avrebbe dovuto crearne una propria, lavorando con Taittinger. Taittinger aveva intrapreso un’iniziativa simile in California, creando Domaine Carneros con il loro agente statunitense, Kobrand, sotto la guida dello zio di Pierre-Emmanuel, Claude. Insieme, decisero di fare il grande passo. 
 Affidarono all’esperto di vini inglesi Stephen Skelton il compito di aiutarli a trovare il sito perfetto – che doveva avere terreni gessosi, pendii esposti a sud/sud-ovest (per la massima esposizione al sole) e un’altitudine inferiore ai 100 metri (con la temperatura che diminuisce di 1°C ogni 100m, qualsiasi cosa al di sopra sarebbe stata semplicemente troppo fredda nel clima marginale inglese). Si decise per il Kent – con facile accesso alla Champagne – ma ci vollero 18 mesi per trovare il sito giusto. Allo stesso tempo, i Gaskain stavano valutando la vendita di una parte dei loro terreni (un’avventura nella frutta morbida si era rivelata difficile e volevano tornare al loro core business delle mele). Il tempismo fu fortunato e i frutteti di Stone Stile Farm – intorno al villaggio di Chilham, a sud-ovest di Canterbury – erano perfetti. Come mi disse Alexandre Ponnavoy (Chef de Cave sia per Taittinger che per Evremond), se un sito può produrre buona frutta – è un buon indicatore del suo potenziale viticolo. Nel 2015, l’accordo fu firmato e il progetto lanciato con grande clamore all’Abbazia di Westminster. Domaine Evremond prende il nome da Charles de Saint-Evremond (1614-1703), un francese, saggista e primo ambasciatore dei vini di Champagne – che li portò alla corte di Carlo II – ed è sepolto a Poets’ Corner. Sebbene Didier Pierson – un viticoltore in Champagne – avesse già prodotto vino inglese sotto l’etichetta Meon Hill, Taittinger fu una delle prime grandi Maison di Champagne a investire in Inghilterra (Pommery aveva acquistato vigneti nell’Hampshire nel 2014). Non sorprende che la copertura mediatica fu estesa: i Champenois stavano arrivando per produrre vino spumante sul nostro territorio – e gli scettici francesi avrebbero dovuto ricredersi mentre il mondo iniziava a riconoscere la qualità dello spumante inglese. 
 Le prime viti di Evremond furono piantate nel 2017, con ulteriori aggiunte nel 2020 (il team si stabilì al Premier Inn locale per affrontare il lavoro in piena pandemia) e nel 2024. Il terreno qui presenta uno strato di argilla alluvionale sopra il sottosuolo gessoso che fa parte del bacino di Parigi, condiviso con gran parte del nord della Francia (inclusa la Champagne). Tuttavia, intorno a Canterbury, c’è più selce nel terreno – qualcosa che, secondo Ponnavoy, emerge chiaramente nel vino, conferendogli un carattere minerale e riduttivo. C’è anche una netta influenza marittima – che modera le temperature ma porta anche brezze oceaniche da Whitstable, che dista solo dieci chilometri. Per Ponnavoy, è la combinazione tra i terreni gessosi del sito, la morbidezza marittima e i venti marini – una “climatologia contrastante” – a definire i vini di Evremond. 
 Gaskain è profondamente coinvolto nel progetto – la sua conoscenza approfondita del territorio è una risorsa inestimabile, sapendo ad esempio dove si trovano le sacche di gelo potenziale o dove il terreno potrebbe essere troppo fertile per le viti. Lui e il suo team gestiscono quotidianamente il sito, guidati da Christelle Rinvelle (Direttrice dei vigneti Taittinger). Attualmente hanno 62 ettari di vigneti, suddivisi tra 45% Chardonnay, 45% Pinot Noir e 10% Meunier. Hanno piantato Chardonnay nelle aree con lo strato di terreno più sottile, consentendo alle radici di accedere quasi direttamente al substrato gessoso, mentre il Pinot Noir e il Meunier si trovano nei lotti più ricchi di argilla e ghiaia. Le viti sono ampiamente distanziate (5.000 viti per ettaro – metà della densità di impianto che Taittinger utilizza in Champagne) e allevate più in alto rispetto all’altra parte della Manica, permettendo una migliore circolazione dell’aria (che aiuta a gestire la pressione delle malattie) e una chioma più ampia (per favorire la maturazione). Sebbene non siano mai stati utilizzati erbicidi e ci sia un impegno concreto verso la sostenibilità, Gaskain è chiaro sui limiti della viticoltura nel Kent: “Il biologico è una follia in questo clima,” mi dice – come forse ha dimostrato il 2024. Sebbene il team disponga di irroratrici specifiche per la vite, Gaskain può anche utilizzare le attrezzature del suo frutteto – un vantaggio quando le condizioni sono difficili – e irrorare l’intero sito in un solo (lungo) giorno. 
 Hanno raccolto quantità minime di frutta nel 2018 e 2019, con la prima vendemmia di dimensioni commerciali proveniente dal 2020 (fortunatamente la vendemmia dell’uva si colloca comodamente tra quella delle Gala e delle Braeburn). I primi vini furono prodotti presso i vicini Simpsons e, dal 2020, si stabilirono in un vecchio fienile di cemento nel sito – con l’intera operazione alimentata da un generatore. Nel giugno 2022, iniziarono i lavori per una nuova cantina (“Eravamo fuori budget quattro settimane dopo l’inizio,” dice McGrath, con un sorriso stanco). La stessa azienda che lavorò al Tunnel della Manica scavò 83.000 tonnellate di gesso (circa 2.000 camion) per far posto all’edificio a tre piani che si estende per 20 metri sotto terra. Progettata dall’architetto di Reims Giovanni Pace, l’idea è che la cantina si integri nel paesaggio – piuttosto che imporsi su di esso. Ha la capacità di immagazzinare 1,5 milioni di bottiglie – tutto senza consumare ulteriore energia per il raffreddamento, grazie al naturale fresco sotterraneo. 
 I lavori sono stati completati in tempo per la vendemmia 2024 – un sollievo indubbiamente per il team. C’è qualcosa di affascinantemente britannico, leggermente improvvisato e da outsider in questa operazione – nonostante i capitali molto seri dietro di essa (finora si parla di 17 milioni di sterline investiti). “Tutti hanno dovuto darsi da fare,” dice McGrath. Potrà essere il CEO di Hatch e uno dei fondatori di Evremond, ma è anche il primo a indossare gli stivali di gomma per aiutare alla vendemmia – e ha trascorso più weekend tra i filari di chiunque altro. Vitalie Taittinger ha preso il posto del padre come Presidente di Taittinger, e la figlia di McGrath, India, gestisce il lato commerciale di Evremond – rendendo l’operazione davvero un’impresa di famiglia, anche se con un certo tocco di eleganza in stile Champenois. Con l’associazione a Taittinger, naturalmente, le aspettative sono altissime – qualcosa di cui McGrath è dolorosamente consapevole. Parlando con Ponnavoy – responsabile della vinificazione sia di Taittinger che di Evremond – c’è stato qualcosa di molto entusiasmante nel creare un progetto da zero, anche se non senza difficoltà. Ha insistito per conservare la piccola vendemmia del 2018 solo per la proprietà, permettendo loro di seguire i vini in vasca per diversi anni e conoscere meglio il sito. È stato un costo enorme e ha ritardato la prima uscita, ma qualcosa che ha ritenuto essenziale. 
 “Era davvero importante non fare la copia di un altro spumante, non produrre uno… ‘stile’,” dice. L’obiettivo, invece, era: “Identificare il terroir, identificare il suolo, identificare il clima e riprodurre tutto ciò nella bottiglia. Trovare l’identità di Evremond.” Inevitabilmente, c’è la tentazione di tracciare paragoni tra Taittinger ed Evremond, ma il team è chiaro sul fatto che si tratta di progetti totalmente separati, con DNA molto diversi. Lavorando con uva inglese, Ponnavoy ha ritenuto fondamentale gestire l’acidità potenzialmente pungente (e il vino subisce quindi una fermentazione malolattica completa), ma – per lui – la sfida più grande era evitare l’amaro che trova comune in alcuni vini inglesi. Gestire i composti fenolici per evitarlo era dunque essenziale, mentre si è concentrato anche sulla consistenza delle bollicine – lavorando per ottenere una mousse molto fine, qualcosa che ritiene distingua il vino dalla concorrenza. 
 Con il tempo, Evremond spera di produrre 400.000 bottiglie all’anno, anche se il primo rilascio ne conta solo 120.000. Ci sono piani per aggiungere una cuvée millesimata e una rosé una volta che le viti saranno mature e avranno imparato a conoscere il sito, ma per ora producono solo la Classic Cuvée non millesimata. Ora, a dieci anni dall’acquisto del terreno, l’Edition 1 della Classic Cuvée è pronta per il rilascio. Per un debutto, è un risultato straordinario – forse non sorprendente, data la caratura dell’operazione. Incredibilmente fine, tesa e stratificata, con note di conchiglia d’ostrica, iodio e selce, è un vino pieno della promessa di ciò che Evremond può realizzare. 
 La Classic Cuvée Edition 1 di Domaine Evremond sarà rilasciata giovedì 3 aprile: contatta il tuo Account Manager per registrare l’interesse o iscriviti qui per ricevere una notifica.

Dieci anni fa, Champagne Taittinger fece qualcosa di inaspettato: acquistò un terreno nel Kent. Alla vigilia dell'uscita del primo vino del progetto, Sophie Thorpe ha incontrato il team di Domaine Evremond per parlare delle sfide e dei successi della loro avventura inglese.

Champagne Taittinger bought land in Kent 10 years ago. As the first wine from the project is released, we talk to the team behind Domaine Evremond

Diving into Domaine Evremond – Taittinger’s new English wine

Alla scoperta di Evremond: il nuovo progetto enologico inglese di Taittinger

Burgundy expert Jasper Morris MW has had his finger on the region’s wine pulse for several decades. Especially for FONDATA, he profiles eight domaines to watch, producers that are bringing vital energy and fresh winemaking talent to the celebrated wine region 

Jasper Morris MW on eight of Burgundy’s most exciting domaines – including Eleni & Edouard Vocoret, Chantereves, Alvina Pernot and more 

The new Burgundians – Jasper Morris MW 

The new Burgundians

After months of design discovery, client interviews and client testing, we successfully launched the back-end systems in readiness for the new site this spring. Now, we are ready to introduce our new site which has been optimised to improve your global wine and spirits buying and selling journey.    Search and filter functionality improvements have been implemented site-wide. This means you will be able to smart filter wine and spirits in seconds and browse by myriad criteria such as region, style and price point when looking for inspiration. You will also be able to access producer and region profiles, buying guides and long-form features faster than ever before. Signposting to this rich content has been vastly improved to ensure you have all the tools you require to make the most informed purchase possible.   We hope you enjoy familiarising yourself with the new FINE+RARE site. In the coming weeks and months, more functionality will be rolled out for our clients around the globe – some of which are detailed below. All these updates have been designed to ensure you receive the best end-to-end service, tailored for your needs, wherever you are in the world.    If you have any questions or feedback about this, or anything else, please contact Group CEO Patrick O'Connor directly.  A feel for what’s to come:  NEW PORTFOLIO AND TRADING PLATFORM  In August, we will launch the first iteration of the new Portfolio platform, which has been built following your feedback to fundamentally improve your experience. For the first time, you will be able to see a single-page cellar view featuring all the most critical buying and trading facts, which is a significant reduction from the current four pages.  In the next iteration, market data will populate your account and inform you about key trading opportunities and how these might affect your portfolio. Peer-to-peer trading will also become available, as you will be able to set your own trading prices online using market insight and data, list and unlist products, with new features to receive or place bids.  As part of this release, we will also be improving the current checkout journey, making it more intuitive and efficient. GLOBAL FINERARE.COM AND LOCAL DOMAIN LAUNCHES  Significant changes will continue to be introduced to improve your online service needs. Following the launch of the user-centred website in 2023 and the Portfolio update mentioned above, a global website will go-live in 2025. This will provide greater visibility for sourcing new wines and improve your collection management. Order tracking and status updates will also be vastly improved.  New local domains will roll out throughout 2024. These domains will enable global clients to buy, sell and trade with greater ease as they access short- and long-form content tailored to specific local market requirements. You will also be able to explore and register interest in our local events online, and you'll have access to local stock availability, services and listings.

Earlier this year, we brought you exciting news about how FINE+RARE is evolving. Now, we mark a new milestone: the launch of our new-and-improved website. 

Exploring the new-and-improved FINE+RARE website built following extensive user research to provide the best fine wine and spirits buying service possible

Introducing our new-and-improved website 

In a move that underscores our commitment to global excellence, FINE+RARE has expanded its presence in Europe with the opening of a new entity spanning the German, Austrian, Swiss and Italian markets. Our renowned trading platform has long connected clients, reservists, producers and agents, a network united in its passion for fine wine, spirits and other luxury collectables. In an increasingly global ecosystem, the time is right to establish a dedicated entity to meet the needs of collectors across this important and intricately diverse region. The move means our clients and partners in these markets will receive a richer F+R experience. By reducing the distance between us and those we are proud to serve, we will better understand the distinct trends and demands unique to the geography. We will be able to offer better access to the most exciting releases, and bolster relationships with our community of world-renowned makers. Essentially it’s about making what F+R does best even better: connecting those with a shared love of flavour, provenance and collecting. Establishing FINE+RARE DACH+Italy also marks the first stage in a revolutionary transformation project for the team – and for our clients. In the coming months, we will unveil a refreshed global platform for sourcing, trading and celebrating fine wines and spirits. A multi-language site with local-currency transactions will set the path for a bespoke digital journeys – and continued global expansion. With improvements to the online trading platform and My F+R, our service will shift to a concierge experience. Our authentication and storage operations will see significant global expansion, too. “Since 1994, we have served our network of private clients, reservists, producers and agents with passion and expertise,” said FINE+RARE’s global CEO Patrick O’Connor. “The love of fine wine and spirits drives us as we connect those with shared interests around the world. I am thrilled that with this new geographic expansion we’ll be equipped to bring clients even better service through, in due course, local currency and language offerings. Our closer proximity also means we can give you greater access to the most prized releases through our in-market allocations.” Following the expansion into Milan, FINE+RARE offices are set to also open in Munich and Geneva over the coming weeks. The new locations join the increasingly global FINE+RARE network which spans London, Hong Kong and Singapore, supported by a digital excellence hub in Budapest. For further information, or to start your collecting journey with FINE+RARE across Germany, Austria, Switzerland or Italy, do not hesitate to contact us

Fine wine and spirits collectors across Germany, Austria Switzerland and Italy are set to benefit from a dedicated concierge-style service from a leadership team with decades of experience as we invest in the region

Fine wine and spirits collectors across Germany, Austria Switzerland and Italy are set to benefit from a dedicated concierge-style service office.

Introducing our new dedicated Europe office

Our new dedicated Europe office

 When the UK entered the first coronavirus lockdown in March 2020, there was a sense that the end of long, thoughtful, funny and serious conversations was dangerously close. Over a Zoom call, sat at our respective kitchen tables, F+R’s Patrick O’Connor, creative director Alan Aboud and myself, a journalist and editor, started to wonder if we could work together in some way to explore topics usually explored at the communal tables that were sadly empty.  The first project we worked on together marked the 90th birthday of iconic Lebanese winemaker Chateau Musar and the simultaneous publishing of a book celebrating the winery by Académie du Vin Library. Working together with music consultant Leo Walton, we conceived a package of content for FINE+RARE’s website to coincide with F+R’s exclusive release of various mixed cases of Chateau Musar vintages going back to the 1960s.  As part of the content package, I wrote three articles for the F+R website, and worked with Leo to create four Spotify playlists featuring Lebanese music from the relevant decades of the Musar vintages being released: the 1960s, 1970s, 2000s and 2010s. Leo and I also suggested the potential to add more cultural context to both the wine and our selection of music by producing a podcast in which we interviewed a Lebanese musician about musical culture and heritage in the region. We explored various ideas before interviewing two members of the Beirut Groove Collective – a group of DJs with a reputation for unearthing records from the 1960s, 70s and 80s and giving them a new audience. We asked the DJs to give us the low down on their legendary all-night vinyl-only parties in Lebanon’s capital, and about Beirut’s surprisingly vibrant music scene throughout the Civil War (1975-1990). We also asked Ernesto about his new reissue project with BBE Records and the first release in the series: Ihsan Al-Munzer’s 1979 synth-led Belly Dance Disco album.  This idea – of creating original editorial content that proactively ventured into topics in and adjacent to the worlds of fine wine and spirits in order to enrich the FINE+RARE experience – immediately appealed to all involved. Between us, we started to flesh out the idea for a new content platform that could explore and commission stories that took advantage of our combined knowledge, skillsets and networks, plus FINE+RARE’s access to the best producers and most interesting personalities driving quality in the worlds of fine wine and exceptional spirits.  While the concept was always for FONDATA to be a multi-media platform whereby we would produce content in whatever medium seemed most relevant to a given subject matter – podcast, video, blog or print – we focused our initial efforts on producing a large-format, print journal. It would provide a brilliant canvas for us to commission the best writers, photographers and illustrators, and it would also be the perfect format to function as a physical mission statement, something we could send to F+R customers. Doing this in 2020, when we were in lockdown, seemed like a great way to maintain connection and morale in an unprecedented moment in living memory. We formed a small ‘bubble’ to sit, appropriately distanced, in Patrick’s back garden in Hackney to brainstorm the idea and start mapping out what stories we could potentially commission for our first FONDATA journal. For the inaugural issue, one story in particular was pivotal to realising our ambition: commissioning American essayist, author and regular contributor to The New Yorker, Adam Gopnik to write a piece for us. In his book, Paris to the Moon (Quercus, 2000), Gopnik likens Jean-Philippe Derenne’s L’Amateur de Cuisine book (Éditions Stock, 1996) to “a medieval almanac, offering a timeless, secure, benevolent universe of food.” In our initial conversations, we’d identified Wine Grapes, A complete guide to 1,368 vine varieties, including their origins and flavours (Allen Lane, 2012) – the weighty 1,240-page tome authored by Jancis Robinson MW, Julia Harding MW and Dr José Vouillamoz – as a book we’d love to celebrate in some way. We wondered if Gopnik would be as enamoured with the book as much as Derenne’s and if he’d write something for us about it and its value to wine lovers and gastronomes alike. We duly sent him a copy of Wine Grapes (clothbound and slipcased) and a note introducing ourselves and outlining FONDATA’s ambition. He loved the book and the idea for the piece, so we contacted Jancis to ask if she would be happy to be interviewed by Adam. It turned out they were both fans of each other’s work. Our first feature was underway. But how would we present the piece? What would FONDATA look like? Alan asked Jancis if she would agree to be our cover star for our first issue. When she agreed, we had to work out how to bring the inaugural cover to life. “Gavin Bond popped into my head,” Alan, recalls, of the task at hand, “as he has become the ‘go-to’ photographer for celebrity portraits, especially in the film and fashion business. I felt Jancis deserved that status and reverence. Of course, the wine world reveres her, but no wine journal seems to be able to look beyond a shoot involving wine bottles and grapes.”   With Gavin Bond on board, the next step was to think about the shoot itself. “We enlisted the help of a wonderful floral design company, Studio Lupine,” Alan explains of his art direction. “We briefed Raggie Furuseth, the designer, to create a wildly original space in which Jancis could be photographed. The resulting portrait is a stunning and sensitive study of one of the world’s most learned and charming wine writers in her prime.” Another crucial part of our first issue planning was around design concepting and setting out our production values. As a kind of guiding light, Alan and I had adopted a mantra: “This isn’t a magazine”, as FONDATA would have none of the concerns of a regular magazine. We didn’t want to print on flimsy paper. We didn’t want to create something predictable or ephemeral, but rather an object that felt it had more permanence, more lasting value. FONDATA, we were all very clear, would strive from the outset to be a joyous, opulent celebration of cerebral, long-form editorial content.  Alan began working with his studio designer, Haley Austin, exploring different oversized formats, experimenting with page layouts and type treatments to realise his vision for how FONDATA would look. At the same time, he commissioned Rick Banks of Foundry 37 to create a bespoke logotype for FONDATA’s masthead based on his F37 Caslon typeface. We also adopted F37 as our core typeface for body copy, and to use at large scale for feature headlines and beautiful, full-page pull quotes.  In terms of our editorial direction, we were keen from the offset to commission editorial that explored evergreen (and ever-fascinating) topics. What does it mean to collect? How has the pandemic affected our lifestyles, and how much of that is positive? How do ideas germinate, and how does genius emerge? How important is history and tradition to innovation and revolution? What are the most significant drivers and the biggest hurdles for excellence? Once the Gopnik feature was in the proverbial bag, we set to work commissioning an issue full of features that we hoped would appeal to a wine-loving audience but not feel like we were trying to sell them something.  We approached Jancis Robinson’s co-authors of Wine Grapes, Julia Harding MW and Dr José Vouillamoz, to call out five relatively obscure grape varieties from around the world to champion them and the producers making remarkable wines with them. We also commissioned botanical artist Sarah Jane Humphrey to illustrate each variety.  We asked the former director of London’s Design Museum, Deyan Sudjic OBE, to contemplate the history of social spaces. To accompany his feature, we asked him to approach a number of highly regarded architects and interior designers to illustrate their visions of social spaces of the near future. As a result, we soon added John Pawson, AB Rogers, Paloma Strelitz, and Jon Marshall to our list of contributors. We tasked journalist and author Dylan Jones OBE with critiquing wine’s critical landscape, connecting him with some of the world’s leading wine writers and critics to discover how the pandemic had reshaped their work lives and lifestyles.  Author and historian (and one of the most elegantly dressed gentlemen about town) Nicholas Foulkes very literally wrote the book on cigars. His son, Max, is a Master of Havana and works at Davidoff in Mayfair. And it was Nicholas’ father-in-law who first introduced him to the pleasures of cigar smoking. Especially for our first issue, Nicholas pondered the joy of his relationship with his sons and the idea of passing cultural knowledge and enthusiasms from one generation to the next. We commissioned Julian Broad to shoot a portrait of Nicholas with his sons.  I spent time talking with restaurateur-turned winegrower Alex Xu and wrote a piece about how he’d come to completely reshape his future by planting three hectares of Pinot Noir and Chardonnay vines in the foothills of the Jade Dragon Snow Mountain in China’s most idyllic province. I also interviewed Waterford distillery owner Mark Reynier to find out how (and why) he’s bringing notions of terroir, traceability and transparency to the fore in the world of single malt whisky.   Meanwhile, British chef and food writer Thom Eagle contemplated the value of spending more, rather than less, time in the kitchen, and artist Stewart Walton illustrated the piece.  We commissioned educator and business guru Germana Di Falco to interview fashion designer Brunello Cucinelli about his philosophy to business and life itself, and we engaged British-born, LA-based writer and critic Geoff Dyer to chart the slow journey towards appreciation of and reverence for well-chosen wine. The issue signs off with a Letter from California penned by winemaker Maya Dalla Valle, who reflects on her 11-year journey to become the winemaker at her family’s celebrated vineyard in Napa. The resulting inaugural issue is everything we hoped it would be. As Patrick says in his publisher’s letter on its very first page, it is a celebration. One that delivers rich, engaging editorial content in a format that feels lavish and collectable in and of itself. “It is also a collective,” he continues. “The best minds brought together to tackle the subjects that captivate, so arresting in their absence – experience, space, people and family. [This issue] became a journey into the sound of the things that matter to the soul of the collector, the reasons things exist, the FONDATA.”

FONDATA Editor Gavin Lucas on the content platform’s journey from ideation to realisation

Exploring how the FINE+RARE Group created FONDATA, a unique wine and spirits content platform

The FONDATA genesis story

FONDATA: The genesis story

Over the next few weeks and months, you will start reaping the benefits of our new-and-improved buying and trading platform, built following extensive user feedback and testing. Peer-to-peer trading, real-time market updates and richer buying guides will all combine to assist you in making the most informed buying decisions about your collection.  This new technology is designed to improve your experience. Each and every feature is focused on your needs, ensuring your fine wine and spirits buying and selling journey is more intuitive and efficient than ever – receiving the very best service, wherever you are in the world. This article is the first of many regular updates which will introduce and focus on these changes, explaining how they benefit you and the collection you already have with us. NEW MY F+R AND TRADING PLATFORM This year, we will launch a new Portfolio/My F+R platform, which has been built following your feedback to fundamentally improve your experience. Market data will be used to inform you about key trading opportunities and how these might affect your portfolio. There will be even greater integration between the checkout journey and the Editorial section, enabling you to read the most current long-form features on the regions, wines, spirits and producers you are interested in. Fine wine and spirits insights will also automatically populate with newly released critic scores, real-time market demand and signposted relevant Editorial content. Peer-to-peer trading will also become available, as you will be able to set your own trading prices online using market insight and data, list and unlist products, with new features to receive or place bids. For the first time, you will also be able to see a single-page cellar view featuring all the most critical buying and trading facts, which is a significant reduction from the current four pages. EN PRIMEUR + RICHER MORE INFORMATIVE BUYING GUIDES Our first global Bordeaux en primeur campaign will launch in May with a detailed report on the 2022 vintage (read our initial thoughts on the year here), with representatives from all our local teams spending time in the region, tasting the wines. Not only will all clients globally have access to our in-depth reporting (as well as access to expert advice from their local teams), but there will also be the opportunity to pre-order wines. This year, you will also have access to hundreds of in-depth region and producer guides. At present, our site boasts 475 articles and 290 producer profiles – and this number will continue to grow as more at-a-glance shorter-form articles and more comprehensive, multi-page reports on the wines and spirits you are most interested in will be available to help you make the most informed buying decision in your local market.  GLOBAL EVENTS  We are also working on an exciting global events calendar with some of the world’s most venerable producers. Global events have been part of the FINE+RARE Group for several years. Halted during Covid, these returned with a vengeance in 2022 with over 20 intimate tastings and dinners with many of the world's most venerable producers, including Château Rayas, Ausone, Le Pin, Pétrus, Harlan Estate and Domaine des Comtes Lafon at remarkable venues such as The Ritz, Claridge's and The Connaught. OPTIMISED CHECKOUT Features will be introduced later this year to facilitate multi-currency purchasing online. Improvements will also be made to the current checkout journey, making it more intuitive and efficient. There will also be a greater ability for customers to settle delivery costs online, taking into account reservist sales and credit note proceeds at checkout, and offsetting these against orders. GLOBAL FINERARE.COM AND LOCAL DOMAIN LAUNCHES Over the next 12 months, significant changes will also be introduced to improve your online service needs, starting with a user-centred website (with a new URL) which will launch this spring. The global website will provide greater visibility for sourcing new wines, as well as improve how you manage your collection. It will also include improved order tracking and account status updates. Additionally, the existing search and filter journey will be improved and the Editorial section will be easier to navigate, signposting you to richer, localised content to help you make the most informed purchase possible. You'll be able to explore and register interest in our global events online, and you'll now also have access to local stock availability, services and listings. In time, each market will get their own tailored website signposting the most relevant educational and informative content as well as invites to tastings. For the first time, it will also be possible to view and access local services and inventories of wines and spirits in local markets, and connect with other local-market sellers. This is just the beginning of an exciting chapter and we look forward to communicating all of these features, including the ability for suppliers and producers to manage their own marketplace (which will increase the number of real-time products available on the platform), in due course. It has never been a more interesting time to buy and sell wines and spirits in this ever-evolving global marketplace. If you have any questions or feedback about this, or anything else, please contact Group CEO Patrick O'Connor directly 

There are many exciting changes coming your way this year, including a new-and-improved buying and trading platform, industry-leading events and world-class buying and region guides. We examine how these changes will benefit you – and your collection

Exploring exciting changes, including a new-and-improved buying and trading platform, industry-leading events and world-class buying and region guides

How the company is evolving

How FINE+RARE is evolving

Patrick Piuze

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Fino a 499 bottiglie in deposito, la tariffa è di 39¢/bottiglia al mese oppure un addebito mensile minimo di 50 $ (copre fino a 142 bottiglie). Per oltre 500 bottiglie, la tariffa di stoccaggio è di 35¢/bottiglia al mese.

Tariffa di stoccaggio standard

Selezionando la spedizione tramite terzi, ti assumi la piena responsabilità del rispetto di tutte le normative e autorizzi Vinfolio a trasferire gli articoli alla parte indicata nelle tue istruzioni. Gli articoli spediti tramite terzi rimarranno nel loro imballaggio originale.

Gli orari di ritiro sono tra le 8:30 e le 12:00 e tra le 13:30 e le 16:30, dal lunedì al venerdì. I vini al Will Call che non vengono ritirati entro 10 giorni lavorativi saranno trasferiti in deposito e soggetti a una tariffa di stoccaggio di 1,50 $ per bottiglia.

Gli articoli verranno reperiti e spediti al nostro deposito di vini all'avanguardia per la migliore conservazione possibile, dove potrai organizzare il ritiro presso il nostro indirizzo di magazzino a Napa.

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Siamo nelle fasi finali dellaggiornamento alla nostra nuova piattaforma di trading. Come parte di questa transizione, stiamo attualmente migrando tutti gli inventari di proprietà dei clienti per garantire unesperienza fluida e senza interruzioni.

La nostra nuova e migliorata piattaforma sarà pronta per te venerdì 4 aprile.

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La consegna locale è gratuita per ordini superiori a 1.800 HK$ (in un'unica destinazione). Per ordini inferiori a questo importo, la consegna costa 150 HK$ fino a quattro casse e 50 HK$ per ogni cassa aggiuntiva.

Le spedizioni partono da €25 in Italia e da €45 verso la Svizzera e il resto d’Europa per un massimo di 48 bottiglie (75 cl). I costi variano in base alla destinazione. Per spedizioni più grandi è possibile richiedere un preventivo.

Puoi organizzare il ritiro presso il nostro negozio al 22° piano, 8 Wyndham Street, Central Hong Kong.
Gli orari di ritiro sono dalle 9:30 alle 18:00, da lunedì a venerdì.

Puoi organizzare il ritiro presso il nostro magazzino STI INTERNAZIONALE SPA, in Viale del Lavoro 57, 37051 Bovolone, Verona.
Gli orari di ritiro sono dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17:30, dal lunedì al venerdì. Siamo chiusi nei giorni festivi.

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Questo articolo si trova presso FINE+RARE HOME Hong Kong, ed è disponibile per la consegna o il ritiro in sede. La maggior parte delle consegne a Hong Kong può essere effettuata entro 3 giorni lavorativi; la data esatta sarà comunicata al momento dell'organizzazione della consegna. Le consegne internazionali richiedono tempi più lunghi, ti preghiamo di contattarci per maggiori dettagli.

I vini venduti en primeur saranno rilasciati dal produttore dopo limbottigliamento, tipicamente 18 mesi dopo la fine della cosiddetta campagna. Il tuo vino sarà poi conservato da FINE+RARE in un deposito doganale fino a quando deciderai di richiederne la consegna.

Reperiremo questo articolo attraverso la nostra rete di fornitori e ne organizzeremo la spedizione a FINE+RARE.
 I tempi di consegna dipendono da molte variabili, ma una stima media è di 6-12 settimane.
 Una volta confermato lordine, ti terremo aggiornato sulla data di arrivo prevista.
 Ogni articolo viene controllato al momento della ricezione dal nostro team di esperti, con fotografie disponibili su richiesta (si prega di notare che potrebbero essere applicati dei costi).

Patrick Piuze

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