Ogni novembre, il mondo del vino guarda alla Borgogna per l'asta degli Hospices de Beaune. Ci immergiamo nella storia di questa istituzione filantropica, della tenuta e dei vini che produce.

Explore the history of Burgundy’s Hotel-Dieu and Hospices de Beaune, its wine estate and the famous annual auction, the Vente des Vins

Your guide to the wines of the Hospices de Beaune

Tutto quello che c'è da sapere sugli Hospices de Beaune

Quando Alain Hudelot si ritirò nel 2008, fu suo nipote a prendere le redini della tenuta di famiglia, il Domaine Hudelot-Noëllat. Charles van Canneyt – allora appena ventenne e fresco di studi enologici – si ritrovò improvvisamente a gestire 10 ettari di vigneti e un’intera cantina. Ma non era un ventenne qualunque. Gradualmente modernizzando le attrezzature della tenuta e perfezionando la vinificazione (in particolare moderando l’estrazione), trasformò la reputazione del domaine. In breve tempo divenne noto come una delle stelle emergenti della Borgogna, con Domaine Hudelot-Noëllat presto tra i nomi più rispettati della regione. Non incline alla compiacenza, nel 2012 avviò un’etichetta négoce, offrendo un’ulteriore via per gli amanti della Borgogna di accedere al suo talento enologico. Oggi, insieme alla moglie Anne-Sophie, ha intrapreso una nuova sfida, acquistando una nuova proprietà: il Domaine des Chézeaux. Probabilmente non conoscerete il nome di questa tenuta di Gevrey-Chambertin, ma quasi certamente ne conoscerete i vigneti. La storia del Domaine des Chézeaux Il Domaine des Chézeaux fu creato da François Mercier nel 1982, anche se la famiglia possedeva vigneti a Gevrey-Chambertin dal 1928. Il nome della tenuta deriva dal Clos des Chézeaux, il vigneto recintato accanto al domaine. La famiglia era proprietaria terriera più che vinicola, quindi tutti i vigneti erano affittati – en métayage – ad altri produttori. Questa pratica è comune in Borgogna: i vignaioli che affittano i vigneti li gestiscono tutto l’anno e producono il vino, cedendo una parte della produzione (spesso circa un terzo) al proprietario come affitto. La storica tenuta crebbe dai possedimenti originari e, dal 1994, contava circa quattro ettari. I vigneti erano divisi tra tre produttori: Domaine Ponsot (poi Laurent Ponsot), René Leclerc e Domaine Berthaut (poi Domaine Berthaut-Gerbet). Ponsot affittava il lotto originale di 0,89 ettari di Griotte-Chambertin, così come i parcelle di Clos Saint-Denis*, Chambertin e Chambolle-Musigny Premier Cru Les Charmes. Domaine Berthaut affittava due Premier Cru di Gevrey-Chambertin (Les Cazetiers e Lavaux-Saint-Jacques) e i parcelle del villaggio, incluso il Clos des Chézeaux. Pur essendo tecnicamente un monopole, Berthaut non possedendo il terreno non poteva rivendicarne tale status. Prima della vendemmia 1994, la famiglia Mercier acquistò un altro lotto di Griotte-Chambertin, 0,68 ettari appartenuti a Suzanne Thomas di Thomas Bassot, ottenendo il maggior possedimento di questo Grand Cru. La famiglia Esmonin coltivava già le vigne, vendendo parte dei frutti a Jadot; i Mercier affittarono poi il lotto a René Leclerc (pur continuando la vinificazione di alcune bottiglie da parte della famiglia Esmonin fino al 1999). Una parte dei vini finiti era imbottigliata con l’etichetta Domaine des Chézeaux, ma identica a quella dei produttori Ponsot, Leclerc o Berthaut, spesso a un prezzo inferiore. Domaine des Chézeaux oggi Nel 2021 Charles van Canneyt riuscì ad acquistare la tenuta e i suoi prestigiosi vigneti. Con tutti i vigneti sotto contratto en métayage, la sfida successiva fu riottenerli – negoziando con ciascun produttore. Nel 2022 ottenne il monopole Clos des Chézeaux e Premier Cru Les Cazetiers, ma vendette i frutti. Nel 2023, recuperato un lotto di Griotte-Chambertin, realizzò i primi vini dalla proprietà. Nel 2024 riuscì a recuperare tutti i vigneti – aggiungendo Chambertin, Clos Saint-Denis e Chambolle-Musigny Premier Cru Les Charmes. Come parte delle negoziazioni, furono venduti i parcelle Lavaux-Saint-Jacques, alcune vigne di Gevrey-Chambertin village e due piccoli lotti di Griotte-Chambertin. I vigneti sono generalmente vecchi in tutta la tenuta, e coltivazione e vinificazione seguono gli stessi metodi di Hudelot-Noëllat: frutti totalmente diraspati e estrazione molto delicata. Le prime annate furono vinificate a Domaine Hudelot-Noëllat (ma affinano nelle cantine del Domaine des Chézeaux) e è iniziata la costruzione di una nuova cantina, prevista per la fine del 2025. Van Canneyt ha già notato una maturazione diversa delle uve a Chézeaux, con cantine fresche e umide che rallentano l’élevage e richiedono meno rabbocco. Prevede quindi di affinare i vini più a lungo rispetto a Hudelot-Noëllat. La tenuta mantiene il nome storico, ma con nuove etichette – per differenziare le bottiglie precedenti all’arrivo di Van Canneyt. Il nome ha la stessa origine di Echezeaux: chesaux – plurale di chesal (dal latino casellum o casalis) – che significa casa o edificio in pietra. I vigneti del Domaine des Chézeaux Oggi la tenuta conta circa tre ettari di vigneti, di cui oltre la metà Grand Cru, distribuiti su sei appellations: Gevrey-Chambertin Clos des Chézeaux: monopole di 0,5 ettari, alcune vigne quasi centenarie (piantate nel 1929), su pendio medio esposto sud-est, su suoli profondi argillosi e ghiaiosi. Gevrey-Chambertin Premier Cru Les Cazetiers: 0,216 ettari in due parcelle, nord 0,1615 e sud 0,045 ha. Chambolle-Musigny Premier Cru Les Charmes: circa 0,6 ha, con ulteriore parcella a Domaine Hudelot-Noëllat. Clos Saint-Denis Grand Cru: 0,3776 ha, comparirà nel 2024 con un solo barile, ora reimpiantato fino al 2029. Chambertin Grand Cru: 0,143 ha nel cuore del Grand Cru. Griotte-Chambertin Grand Cru: 1,264 ha, il lotto più grande del piccolo Grand Cru, cuore dell’appellation. Focus su Griotte-Chambertin Griotte-Chambertin, o En Griotte, è il più piccolo dei Chambertin Grands Crus (2,69 ha) e tra i più piccoli della Côte d’Or, insieme a La Romanée, La Romanée-Conti e La Grande Rue. Situato sotto Clos de Bèze, con esposizione nord-est, permette maturazioni lente, vini delicati, aromatici e profumati, meno muscolosi rispetto al tipico Gevrey-Chambertin. Suoli ghiaiosi e calcarei con argilla a pendio. Domaine des Chézeaux è il maggiore proprietario (1,246 ha, quasi metà del vigneto). Altri proprietari: Joseph Drouhin, Fourrier, Claude Dugat, Marchand Frères, Joseph Roty, Duroché, Laurent Ponsot e un investitore che affitta il lotto a Cécile Tremblay. L’origine del nome è dibattuta: “griotte” (ciliegia amarena) o “criotte” (piccola pietra calcarea nei suoli). Storia delle etichette Griotte-Chambertin Le bottiglie storiche sono state un segreto per gli insiders, spesso Ponsot o René Leclerc sotto altre etichette. 1982–1993: unico lotto di Griotte-Chambertin, affittato a Ponsot. 1994: prima annata con secondo lotto, affittato a René Leclerc, blendato con il primo. 1995–2001: due imbottigliamenti identici senza indicazione del produttore. Dal 2002: produttore indicato sulle etichette. Fino al 2004 due bottiglie, dal 2005 René Leclerc solo occasionalmente. Il futuro del Domaine des Chézeaux Nonostante la lunga storia per una tenuta moderna, è solo l’inizio. Con un vignaiolo talentuoso come Charles van Canneyt e vigneti così prestigiosi, la qualità è destinata a crescere e i vini diventeranno presto ambiti quanto quelli di Hudelot-Noëllat. Annate 2023 del Domaine des Chézeaux 2023 Gevrey-Chambertin Clos des Chézeaux: 0,5 ha, vigne quasi centenarie, frutto rosso intenso, fiori di iris e violetta, tannini fini e salinità nel finale lungo. 2023 Gevrey-Chambertin Premier Cru Les Cazetiers: vigne vecchie, vino delicato, minerale e floreale, frutti trasparenti e tannini minerali equilibrati. Cinque barili prodotti. 2023 Griotte-Chambertin Grand Cru: lotto più grande del Grand Cru, aromatico ed elegante, frutti rossi succosi, spezie dolci e leggeri toni tostati, struttura che richiede tempo. Debutto superbo. Tenete d’occhio le prime uscite dei vini del nuovo Domaine des Chézeaux; nel frattempo, scoprite di più sulla Borgogna.

Nel 2021 Charles van Canneyt del Domaine Hudelot-Noëllat ha acquistato il poco noto Domaine des Chézeaux. In vista della prima annata, esploriamo la storia di questa proprietà di Gevrey-Chambertin, destinata a diventare uno dei nuovi indirizzi più interessanti della Côte de Nuits.

Everything you need to know about this Gevrey-Chambertin wine estate, now owned by Charles van Canneyt of Domaine Hudelot-Noellat  

The new Domaine des Chezeaux, Gevrey-Chambertin 

Il nuovo Domaine des Chézeaux 

The 2023 vintage was rare for Burgundy – offering both quantity and quality. But it isn’t quite that simple, with an atypical growing season, almost too much fruit, and a less homogenous crop. We report on the vintage and its wines – the best of which are remarkable

The 2023 vintage was rare for Burgundy – offering both quantity and quality. We report on the growing season and the wines it produced

Burgundy 2023 vintage overview

Burgundy 2023: vintage overview

Our team spent several weeks exploring the 2023 vintage in Burgundy – visiting, tasting and talking to a range of producers up and down the Côte d’Or. Here, we offer a run-down of the year by producer, from north to south, reporting on how each fared and our pick of their range this year

A run-down of the Burgundy 2023 vintage wines en primeur by producer: from Fourrier to Lafon via Bernstein, Lamarche, Lambrays, Duroche and Hudelot-Noellat 

Burgundy 2023 vintage by producer 

Burgundy 2023: by producer

Alsace – Olivier Humbrecht Food and wine are taken very seriously indeed in Alsace and Olivier has provided a wealth of options to consider. Worth noting, Alsace has more Michelin-starred restaurants than anywhere else in France. Top recommendations for wine lists at reasonable prices in the region are Tavernes lsacienne in Ingersheim and Restaurant de la Gare in Guewenheim. The best for food /wine list combo would be Villa Lalique in Wingen sur Moder, Chambard in Kayserberg. Table du Gourmet (1 Michelin Star) in Riquewihr and Auberge Bouc Bleu in Beblenheim. For a special occasion, don’t miss Aub de l’Ill (€€€) in Illhausern, which is a 2 Michelin Star restaurant. It was in fact a 3 Michelin Star restaurant up until recently but for Olivier it still is very much a 3 Star and worth the visit. 
Burgundy - Christophe Roumier "If you consider Burgundy to be larger than only the Cote de Beaune and Cote de Nuits, then my favourite restaurant is certainly Aux Terrasses in Tournus, which although only one Michelin Star, has a lovely creative cuisine full of energy and based mainly around local produce. The wine list is just perfect, although, like many places, it's full of young vintages. I like this place a lot! Closer to Beaune, one of my favourite restaurants is Hostellerie de Levernois for the high level of its cuisine and its very accomplished wine list. But here the place is a little more fancy." Brunello di Montalcino – Gianlorenzo Neri The most authentic place in Montalcino area is Trattoria Il Pozzo or Il Leccio in Sant'Angelo in Colle (a village in south area of Montalcino). Inside Montalcino village do not miss Il Giglio, Alle Logge di Piazza, and Drogheria Franci. For special fine dining you must try Osticcio. The best wine lists in town are at Il Giglio (you can find very old and rare vintages of Brunello from great wineries) as well as Drogheria Franci (same ownership of Enoteca La Fortezza who have an extensive wine list to choose from). Do not miss "Pinci" with meat sauce or pecorino cheese and pepper (in italian "cacio e pepe"), it is the typical pasta of the area, or "Peposo" which is a braised beef meat cooked in
a Brunello sauce. Santa Barbara – Matt Dees (Jonata & The Hilt) For dinner I would recommend the El Encanto restaurant which has beautiful sweeping views across Santa Barbara city. The food is awesome too. Don’t forget to stop off at the Mercado Ice Cream Parlour too. This place has got to be making some of the best ice cream in California. The Lark is pretty awesome. My personal favourite is Ca’Dario, a sort of no thrills Italian restaurant - the food is really authentic. We also have some of the best Mexican food being made in the US. These restaurants really are some of the jewels of the city. I love El Bagio
but there are loads of great ones to choose from! 
Chablis – Olivier Bailly – Domaine Billaud Simon Too few people make the one hour drive from the Cote d’Or to Chablis; the region is an overlooked culinary hot spot that offers exceptional value compared to the Cote d’Or. Olivier Bailly’s favourite restaurant in Chablis is Au Fil du Zinc for "the precision" of the Japanese Chef. According to Olivier, "he produces very good French cooking with a Japanese influence". Le Syracuse is another restaurant he recommends for the quality-to-price
ratio: "it is excellent!" 
Burgundy - Veronique Drouhin Veronique Drouhin also recommends the Bistrot du Bord de L'Eau in the commune of Livernois (just outside of Beaune). She describes it as “delicious, fairly priced and a lovely location both indoors and outdoors if the weather suits". Another recommendation is the L'Hermitage de Corton, just outside of Beaune, on the way to Aloxe Corton. Again it offers "delicious food at a good price in a beautiful setting... plus
the owners are delightful". If you find yourself in the centre of Beaune, Drouhin recommends Le Carmin, “a one Michelin star restaurant, worthy of the star”. For 'bar and tapas' style evening with friends, her pick is the gastro-bar Maison du Colombier. Another recommendation in Beaune is Le Bistrot des Cocottes: “nice, fun, very good”.

For any true epicurean, a list of top restaurants requires serious deliberation. We asked some of our favourite winemakers from around the world to give their recommendations, including Olivier Humbrecht, Christophe Roumier, Gianlorenzo Neri and more…

Winemakers Olivier Humbrecht, Christophe Roumier, Gianlorenzo Neri and more name their top restaurants

Where winemakers eat, part one

Where winemakers eat: Part one

When Jean-Marie Fourrier bought legendary Australian estate Bass Phillip in early 2020, he envisaged being there a lot – even being there for the 2020 harvest. “But ‘a small virus’ can make things very challenging very fast,” he said, raising an eyebrow. With the arrival of Covid-19, Australia promptly shut its borders – and the winemaker has only been able to visit his new domaine via conference call.   Fourrier is one of Burgundy’s superstars. Since taking over his family estate at the age of just 23 in 1994, his wines have rapidly become some of the region’s finest and most desirable. Based in Gevrey-Chambertin, he crafts wonderfully elegant, pure expressions of Pinot Noir – wines that, given the significant demand, are strictly allocated each year.   When news broke last year, however, that he was venturing Down Under, it was unexpected. In his youth, he did a stint at Domaine Drouhin, Oregon. And while many Burgundy producers have set sail for the US (De Montille, Méo-Camuzet, Drouhin and Lafon, to name but a few), there is something culturally improbable about a Frenchman taking to Australia. (Although it’s not the first Franco-Australian project – with Australian Andrew Nielsen’s Burgundy micro-négoce Le Grappin and Jane Eyre two others.)  Even more unusually, perhaps, he hasn’t set up his own project, but taken over an existing one – and one with quite the legacy.  Bass Phillip – in Gippsland, Victoria – is one of Australia’s iconic wineries. Phillip Jones planted the first vines in Leongatha in 1979, an unlikely choice given, at the time, the area was known for its dairy production rather than viticulture. The first wines were released in 1991 – and established the producer’s reputation for outstanding, age-worthy Pinot.   Phillip Jones has been running the show here ever since. Now 74, and with no children to take Bass Phillip on, he started the search for a successor several years ago.  Enter a consortium led by Soo Hoo Khoon Peng (a Singaporean wine importer and former owner of the Wine Advocate) and Kent Ho (a Hong Kong entrepreneur) who approached Fourrier three years ago. For Fourrier, it seemed like fate, having consulted for the winery briefly in 2002.   “Sometimes you can see the stars aligning,” Fourrier tells me. “I wasn’t specifically looking for Bass Phillip, but it came on my desk, after 20 years.” The deal was signed officially in March 2020.  It was, in Fourrier’s words, “a turning point” in his life. Having already added a négociant arm to his Burgundy operation in 2011, he was looking to expand further – but even for a grower of his success, Burgundy land prices are prohibitive.  “If you don’t expand, you see the next generation fighting over a small company,” explains Fourrier. With two children, an inheritance plan is key to preserving what he has worked so hard to build. This combined with the threat of climate change – excessive heat and frost, and associated yield fluctuations – made diversification to other parts of the world the obvious way forward, providing a sustainable way to preserve the family business.   Australia offered the “possibility to make wine twice a year… and the chance to be a student again,” Fourrier says – his eyes lighting up at the potential.   Some of the appeal was the boutique size of the operation, as well as the age of the vines (planted in 1979 and 1986, and all massal, rather than clonal, selections – something Fourrier is insistent on). He also has a man on the ground – with his brother-in-law Adam Francis, who worked several vintages with Fourrier in Burgundy. Francis, along with his family, has relocated from Adelaide to take on the role of General Manager, handling the day-to-day at Bass Phillip.  While the property’s reputation is for Pinot Noir, Jones initially planted Cabernet Sauvignon – with Ch. Ducru-Beaucaillou the original inspiration behind his Gippsland vineyard. After becoming enamoured with the wines of Henri Jayer (whom, coincidentally, was one of Fourrier’s mentors), Jones switched to Pinot Noir, later planting Chardonnay and small plots of other varieties (including Gewürztraminer, Nebbiolo and Gamay).  To this day, Bass Phillip remains unusually isolated given its success – surrounded by dairy farms rather than other vineyards. This cool corner of Victoria is lush and green, cooler and wetter than Burgundy – Fourrier compares it to the climate of Burgundy in the late 1980s and ’90s. “It’s why [the wines] have this purity and character,” Fourrier explains. With water becoming an increasingly precious resource, the site’s 1,000mm of annual rain (compared to 750mm in Burgundy) is a major asset, and the vines have always been dry-farmed.  But with Fourrier at the helm, what lies ahead? “Evolution not revolution” is the philosophy here – and not to imitate Burgundy, Fourrier emphasises, but continue Jones’s work and take Bass Phillip to the next level. In that spirit, much of the original team is staying on – including Senior Winemaker John Durham and Vineyard Manager Mick Kelly.  The winery needs some attention and Fourrier wants to change the trellising of the vines, but the first priority is ensuring that every bottle released performs as expected. “I think Bass sometimes could be a bit inconsistent, a bit bumpy,” Fourrier says. “If I’m not happy to drink a bottle at home with my friends, I’m not happy to sell it. Everything has to be spotless.”  The Burgundian has already started addressing this with the soon-to-be-released 2019s. While he didn’t make the wines, he made the selections for bottling – selling off a third of the volume made and reducing the range significantly. There will now be only four tiers to the range of Pinot Noir and Chardonnay: Since 1979 (the newly named entry-level cuvées), Estate, Premium and – the top bottlings – Reserve.  He is also going to change the closures – to help ensure the wines age as well as they should. Corks will – as of 2020 – be courtesy of the same supplier he uses in Burgundy, and foil will be switched for wax (something he feels balances the natural variation in cork).  Otherwise, he plans to gradually reduce the use of new oak (“I don’t like to see the waste of oak, a natural resource”), focusing on the fruit and terroir of Bass Phillip, and he’s examining the philosophy in the vineyards – which are currently farmed biodynamically.  The Burgundian bought the estate just after the 2020 harvest and, with travel impossible, Jones agreed to stay on to make the vintage. The 2021s will be the first wines over which Fourrier had complete control, from vineyard to winery – albeit from afar (“My first digital harvest,” he says, laughing). He’s in constant conversation with the team, talking every couple of days (more during vintage), and very happy with the 2021s. “For me, I can really see the step up of where we want to go,” he says.  Australia’s borders are set to reopen in November and Fourrier plans – restrictions allowing – to be physically present for the 2022 harvest. With his son now 16, he plans a six-year transition in Burgundy so that he can spend more time at Bass Phillip, but he’s also exploring options in the US (he does, after all, have not one but two children). “For whatever reason, I have a secret dream: to make Chardonnay and Pinot in Burgundy, the US and Australia…” he confides. He has concerns regarding the Californian climate, with recent fires and excessive heat troubling his mind, but is considering higher elevations to combat this threat.  The Burgundian has big ambitions – but, fortunately, the talent to match. The world and these new terroirs are, for Fourrier, just “a way to diversify my passion to places I love”. He’s certain he’ll make mistakes along the way – that’s the nature of running a business – but, as he tells me, “Imperfections make the beauty of wine.”  Find out more about and browse listings from Bass Phillip, Domaine Fourrier or Jean-Marie Fourrier. 

Jean-Marie Fourrier is already one of Burgundy’s leading names, but the winemaker is restless. We caught up with him to hear about his new venture in Australia – and why he’s always got one eye on the horizon 

Burgundian winemaker Jean-Marie Fourrier on his new venture in Australia – and why he has always got one eye on the horizon

Jean-Marie Fourrier – from Burgundy to Oz

Jean-Marie Fourrier: from Burgundy to Oz

Domaine Paul Pernot is synonymous with the appellation of Puligny-Montrachet. For the last 30 years the estate – alongside Domaine Leflaive and Domaine de Montille (previously Château de Puligny-Montrachet) – has been one of the largest shareholders in the appellation, playing a significant role in maintaining its reputation for complex, expansive, mineral-tinged Chardonnay.  Paul Pernot created his estate in the early 1950s, initially with 11 hectares, although at the time not all of it was planted to vines. It was only in the 1950s, with the invention of modern tractors, that the hard limestone rock could be penetrated for the first time, enabling more of the appellation to be planted with vines and Pernot’s acreage increased. By the early 1990s, the estate had increased its holdings to 20 hectares, including plots in the Grands Crus of Bâtard-Montrachet and Bienvenues-Bâtard-Montrachet.  Puligny – with its 230 hectares of vineyards – is considerably smaller than its neighbouring appellations, Meursault and Chassagne-Montrachet, with notably fewer vignerons fortunate to own vines in this prestigious appellation. Domaine Paul Pernot, thanks to its relative size, is therefore in an enviable position, with its production in high demand from the main négociants of Burgundy and beyond.  The estate has historically sold significant volumes, most notably to Joseph Drouhin, while keeping the cream of their crop for themselves, typically just 40% of their production. It was this that prompted Alvina Pernot to establish her own label. “My husband Philippe and I have been wanting to make our own wine for several years. As the family estate sells part of the harvest to the negociants, it seemed logical for us to start recovering part of it.”  Alvina Pernot, (granddaughter of Paul Pernot), a young vigneron born and raised in Puligny Montrachet, grew up close to the family estate, as her father and uncle managed the domaine throughout her childhood. Despite branching out on her own, Alvina Pernot still works at the family estate, managing the commercial and administrative part of the business (allocations, customer tastings, logistics, management, etc). Until last year she was also involved in the winemaking, but this year she was not able to be there as much. “Now we have reached a point where my husband and I must be completely focused on our own wines at vinification.” The quick-ripening season of 2019 made that ever clearer, as there was a rush to get the grapes picked to retain the taut traits typical of her wines.  Growing up under the guidance of such a prestigious Puligny estate was no doubt insightful for Alvina. The most important thing she learned from her father and grandfather she explains “is that exemplary work in the vineyard allows for high quality raw material. From then on, we have all the cards in our hands to make the best wine possible.” Despite the similarities in their viticultural practices, there are notable differences in the winery. “When we started, we didn't want to make a copy and paste of the domaine, but rather try to produce a wine in our image: reflecting our own vision of wine. We love the domaine wines and share the same passion of the profession, but we also love the idea of creating something for ourselves and trying new things.”  “With the smaller production levels, an extra attention to detail becomes possible,” says Alvina. She opts to hand harvest in small crates as opposed to the traditional large containers, better protecting the grapes against oxidation. During the all-important pressing stage, Alvina opts for the more traditional vertical press, rather than the more widely used modern horizontal pneumatic presses. According to Alvina, the traditional vertical presses have a distinct qualitative advantage despite losing 15 - 20% more juice than modern presses. “It reduces oxidation, provides a greater purity of juice with naturally higher acidity and therefore freshness.”  The Alvina Pernot wines have longer ageing on the lees too, right up until bottling – 11 months. In the future Alvina hopes to extend her control of élevage further, with a soon-to-be-built new winery in Puligny, allowing her, when necessary, to age the wine on the lees even longer. She and Philippe hope to have the winery up and running by the 2021 harvest.  How each of these bespoke adjustments affect the final result in bottle is an interesting experiment to explore. No doubt the wines from Domaine Paul Pernot and Alvina Pernot are distinctly different. Paul Pernot grapes are typically picked a few days later than Alvina’s on the same site, with a style very much focused on concentration and richness. Alvina’s methodology is more focused on purity and tension. To taste the wines side by side is a fascinating contrast of Puligny’s potential.  The must-try wines from each Pernot  Domaine Paul Pernot: Puligny-Montrachet, Premier Cru, Les Folatières  The historic sites Domaine Paul Pernot retains for itself is arguably some of the most prized in Puligny. The estate is lucky enough to own vines in both the Grands Crus of Bienvenues-Bâtard Montrachet and Bâtard-Montrachet, yet it is the Premier Cru Les Folatières that Alvina believes shows the Paul Pernot domaine at its best, the most representative rendition of the Folatières terroirs. “We are the largest owner of this appellation (three hectares) and the positioning of our plots (Clos des Folatières, Peux-Bois and Folatières) within the vineyard allows us to have a wine that is a true representation of the cru.”  Alvina Pernot: Meursault, Premier Cru, La Pièce sous le Bois  Alvina Pernot’s wines come from a selection of her favoured sites, belonging to the Paul Pernot estate as well as an additional site in the Puligny-Montrachet lieu-dit of Noyers Bret. Three of the Alvina Pernot Premier Cru cuvées – La Pièce sous le Bois, Les Chalumaux and Champ Gain – are at some of the highest altitudes in the Puligny and Meursault appellations. While Alvina admits it is difficult to generalise, these higher-altitude vineyards produce wines that are less opulent and more tense. There is however a noticeable difference in the Premier Cru La Pièce sous le Bois in Meursault. While the altitude brings distinct freshness, the soil is not the same limestone rock of Puligny. It is a thicker clay more typical of Meursault. Despite the altitude, the wine therefore has weight and power, but with an added freshness unusual for lower sites in Meursault and showcases the brilliant contrast of power and vibrancy Alvina brings to the appellation.  Discover more about Alvina Pernot or read more Editorial 

The Pernot family has been making wine in Puligny-Montrachet since the 1950s – but today Alvina Pernot is striking out to forge a reputation of her own. We talked to her about the decision to break away from the family domaine, and how her wines differ from those of her father  

Alvina Pernot's family has been making wine in Puligny-Montrachet since the 1950s – but today she is striking out on her own. She tells us how and why

The Pernots of Puligny

The Pernots of Puligny: a family divided by tradition and modernity

Burgundy is a mecca for lovers of fine Chardonnay and Pinot Noir, but, with its litany of producers and vineyards, it can be a tricky region to get to grips with. Here we offer an essential guide to the region – breaking down everything from how vineyards are classified to producers to look out for

Discover everything you need to know about Burgundy: from vineyards and producers to the difference between négociant and domaine or what a Grand Cru is

Your essential guide to Burgundy wine

Your essential guide to Burgundy

Domaine Drouhin

Account

Il Suo accesso è limitato a causa della Sua età.

Accesso vietato

Deve avere l'età legale per visualizzare questa pagina. Verifichi la sua età per accedere.

Ha l'età legale per acquistare alcolici?

A causa della quantità richiesta per la consegna, consigliamo di utilizzare una spedizione tramite terzi. Se procedi con la nostra spedizione, potrebbe esserci un ritardo rispetto alla data di spedizione selezionata.

A causa della quantità richiesta per la consegna, consigliamo di utilizzare una spedizione tramite terzi. Se procedi con la nostra spedizione, non potrai definire una data di spedizione e ti contatteremo per organizzare la consegna.

La tua richiesta dordine verrà annullata. Sei sicuro di voler procedere?

A causa della quantità richiesta per il ritiro, potrebbe esserci un ritardo nel soddisfare la data di ritiro richiesta.

A causa della quantità richiesta per il ritiro, non è possibile definire una data di ritiro in questa fase. Il nostro team si coordinerà con il magazzino e ti contatterà direttamente per confermare una data di ritiro adeguata.

Per ordini di alto valore consigliamo la spedizione con un corriere terzo. Gli articoli spediti tramite terzi rimarranno in OWC fascettate.

A causa della quantità richiesta, non potrai selezionare una data di ritiro. Ti preghiamo di inviare la richiesta e ci coordineremo con il nostro magazzino per confermare direttamente con te la data di ritiro.

A causa della quantità richiesta, non è possibile procedere con l'acquisto. Ti preghiamo di selezionare un servizio di terze parti oppure di modificare la quantità (è consentito un massimo di 48 pezzi).

A causa della quantità richiesta, non sarà possibile selezionare una data di spedizione al checkout. Ti preghiamo di inviare la richiesta e ci coordineremo con il nostro magazzino per confermare direttamente con te la data di consegna.

Fino a 499 bottiglie in deposito, la tariffa è di 39¢/bottiglia al mese oppure un addebito mensile minimo di 50 $ (copre fino a 142 bottiglie). Per oltre 500 bottiglie, la tariffa di stoccaggio è di 35¢/bottiglia al mese.

Tariffa di stoccaggio standard

Selezionando la spedizione tramite terzi, ti assumi la piena responsabilità del rispetto di tutte le normative e autorizzi Vinfolio a trasferire gli articoli alla parte indicata nelle tue istruzioni. Gli articoli spediti tramite terzi rimarranno nel loro imballaggio originale.

Gli orari di ritiro sono tra le 8:30 e le 12:00 e tra le 13:30 e le 16:30, dal lunedì al venerdì. I vini al Will Call che non vengono ritirati entro 10 giorni lavorativi saranno trasferiti in deposito e soggetti a una tariffa di stoccaggio di 1,50 $ per bottiglia.

Gli articoli verranno reperiti e spediti al nostro deposito di vini all'avanguardia per la migliore conservazione possibile, dove potrai organizzare il ritiro presso il nostro indirizzo di magazzino a Napa.

Ritiro in sede (Napa)

Hai inserito la password errata troppe volte. Il tuo account è stato temporaneamente bloccato. Attendi cinque minuti prima di riprovare.

Password dimenticata

Siamo nelle fasi finali dellaggiornamento alla nostra nuova piattaforma di trading. Come parte di questa transizione, stiamo attualmente migrando tutti gli inventari di proprietà dei clienti per garantire unesperienza fluida e senza interruzioni.

La nostra nuova e migliorata piattaforma sarà pronta per te venerdì 4 aprile.

Grazie per la tua pazienza — non vediamo lora di mostrarti cosa arriverà.

Ops, qualcosa è andato storto

Non abbiamo trovato nulla da mostrare qui.

Non abbiamo trovato alcun risultato da mostrare qui.

Si prega di notare: potrebbero essere applicati costi di consegna, dazi e IVA

Il nostro sito è temporaneamente in manutenzione.

Modalità manutenzione

La pre-autorizzazione di un metodo di pagamento consente al tuo Account Manager di effettuare pagamenti per tuo conto, senza verifica del pagamento.

Pre-autorizza

Questa transazione è stata bloccata per un errore di autenticazione.

Errore di autenticazione

La tua carta di pagamento è scaduta. Controlla i dati e riprova.

Carta scaduta

Fondi insufficienti per saldare l'importo. Controlla i dati e riprova.

Fondi insufficienti

Questa transazione è stata bloccata dal fornitore di pagamenti per possibile attività fraudolenta.

Transazione bloccata

Scegli un metodo di pagamento diverso e riprova.

Errore sconosciuto

mostra tutti gli articoli che attualmente conservi con noi. Questi articoli possono essere venduti, consegnati o trasferiti.

Presso {shortName}

La tua allocazione verrà annullata. Sei sicuro di voler continuare?

Il tuo articolo pre-ordinato verrà eliminato. Sei sicuro di voler continuare?

La tua richiesta di consegna verrà annullata. Sei sicuro di voler procedere?

rappresenta tutti i vini che sono in tuo possesso e che sono stati consumati.

Questo è il prezzo che hai pagato per questo articolo.

Prezzo di costo

Dopo aver aggiunto il nuovo indirizzo, verrai reindirizzato a questa pagina.

Crea un nuovo indirizzo

La tua notifica verrà eliminata. Sei sicuro di voler continuare?

Il prezzo minimo al quale sei disposto a vendere. Se il prezzo di listino scende al di sotto di questo valore, la tua inserzione verrà rimossa.

mostra tutti gli articoli che hai pre-ordinato, inclusi i vini en primeur, e tutti gli articoli nella tua watchlist.

Futures

È possibile impostare un prezzo minimo per gli articoli in vendita basato su una percentuale del valore netto unitario attuale.

mostra tutte le azioni che hai effettuato sugli articoli nel tuo Portafoglio.

Storico

mostra tutti gli articoli attualmente in transito da o verso {shortName}.

In transito

La consegna locale è gratuita per ordini superiori a 1.800 HK$ (in un'unica destinazione). Per ordini inferiori a questo importo, la consegna costa 150 HK$ fino a quattro casse e 50 HK$ per ogni cassa aggiuntiva.

Le spedizioni partono da €25 in Italia e da €45 verso la Svizzera e il resto d’Europa per un massimo di 48 bottiglie (75 cl). I costi variano in base alla destinazione. Per spedizioni più grandi è possibile richiedere un preventivo.

Puoi organizzare il ritiro presso il nostro negozio al 22° piano, 8 Wyndham Street, Central Hong Kong.
Gli orari di ritiro sono dalle 9:30 alle 18:00, da lunedì a venerdì.

Puoi organizzare il ritiro presso il nostro magazzino STI INTERNAZIONALE SPA, in Viale del Lavoro 57, 37051 Bovolone, Verona.
Gli orari di ritiro sono dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17:30, dal lunedì al venerdì. Siamo chiusi nei giorni festivi.

rappresenta tutti i vini attualmente presenti nel tuo Portafoglio che non sono conservati con noi. Premi l'icona

La mia cantina

Nome

Prezzo netto

Non hai alcuna fattura in questo momento.

mostra tutti gli articoli del tuo Portafoglio che sono attualmente sul mercato.

In vendita

mostra tutti gli articoli attualmente presenti nel tuo Portafoglio. Da questa pagina puoi eseguire azioni individuali su di essi.

Panoramica

mostra tutti gli articoli attualmente in attesa di un'azione da parte dell'utente.

In sospeso

Questo è il prezzo di mercato dinamico dell'articolo al netto del margine di negoziazione.

I pagamenti pre-autorizzati consentono transazioni automatiche per tuo conto, garantendo pagamenti fluidi e senza complicazioni. Questo permette di elaborare addebiti ricorrenti, abbonamenti o pagamenti programmati senza approvazione manuale ogni volta.

Il numero di casse che desideri mettere in vendita

Il tuo articolo del catalogo verrà archiviato. Sei sicuro di voler continuare?

Prima di richiedere la consegna, puoi modificare la quantità per ciascun articolo nella tua selezione qui sotto.

*Il prezzo di mercato è dinamico e può variare. Al momento della vendita, dal prezzo finale sarà detratta una commissione di negoziazione del 10%.

Prezzo di mercato totale*

Dividi in {caseSize} singole bottiglie da {bottleSize}cl.

Titolo

Profilo

Questo articolo si trova presso FINE+RARE.

Questo articolo si trova presso FINE+RARE HOME Hong Kong, ed è disponibile per la consegna o il ritiro in sede. La maggior parte delle consegne a Hong Kong può essere effettuata entro 3 giorni lavorativi; la data esatta sarà comunicata al momento dell'organizzazione della consegna. Le consegne internazionali richiedono tempi più lunghi, ti preghiamo di contattarci per maggiori dettagli.

I vini venduti en primeur saranno rilasciati dal produttore dopo limbottigliamento, tipicamente 18 mesi dopo la fine della cosiddetta campagna. Il tuo vino sarà poi conservato da FINE+RARE in un deposito doganale fino a quando deciderai di richiederne la consegna.

Reperiremo questo articolo attraverso la nostra rete di fornitori e ne organizzeremo la spedizione a FINE+RARE.
 I tempi di consegna dipendono da molte variabili, ma una stima media è di 6-12 settimane.
 Una volta confermato lordine, ti terremo aggiornato sulla data di arrivo prevista.
 Ogni articolo viene controllato al momento della ricezione dal nostro team di esperti, con fotografie disponibili su richiesta (si prega di notare che potrebbero essere applicati dei costi).

Domaine Drouhin

Filtro

Attendere prego

Articoli correlati